VISION
1. ARTE APPLICATA
La gastronomia fa parte del sistema delle arti applicate: fondamentale è il riferimento con tutte le discipline che concorrono alla qualità sinestetica del “cibo”, dalla natura alla cultura e a tutte le sue trasformazioni.
2. UN ATTO CULTURALE
Mangiare è un atto culturale per cui non è possibile separarlo dal contesto, dalla storia, dalle pratiche che la tradizione nel tempo ha definito. Mangiare è un atto culturale anche rispetto al presente e al futuro, per cui l’innovazione è parte integrante di questo “mestiere”, facendo comunque sempre riferimento alle pratiche consolidate e ai modelli culturali di riferimento. Senza memoria non esiste vera innovazione nel sistema del cibo. Natura e cultura fanno parte, secondo una dialettica aperta e mai ideologica, del sistema gastronomico: ogni atto, dalla coltivazione alla preparazione, dai sistemi di cottura all’organizzazione degli spazi del consumo, agli strumenti, non devono mai dimenticare questa relazione che non deve impedire, comunque, le invenzioni e le scoperte.
3. LA SOLITUDINE DEL CUOCO
Il cuoco è protagonista, all’interno di questo sistema, ma rappresenta una parte del tutto. La cucina è, per queste ragioni, centripeta e centrifuga contemporaneamente.
4. L’ESPERIENZA ESTETICA
La cucina è parte integrante della dimensione estetica della nostra esistenza; per questa ragione esige, sia nella preparazione sia nel consumo, un’attenzione particolare ai linguaggi simbolici che accompagnano sempre ogni ritualità alimentare. La composizione di un piatto è fondata sull’accostamento, sul contrasto simultaneo di colori, profumi e sapori, evitando l’informe e il difforme, in quanto devono essere sempre riconoscibili le singole parti, anche se poi il risultato finale di un progetto culinario deve sapere declinare le parti con il tutto. Questo deve avvenire per tutti i nostri sensi. Il gusto, nell’arte come nel cibo, oscilla secondo i modelli culturali di riferimento. Le oscillazioni del gusto devono, comunque, essere sempre decodificabili, senza percorsi interpretativi che non siano in grado di dichiarare le proprie regole del “gioco”.
5. I SEGRETI, LA DEMOCRAZIA, L’AUTOCRAZIA
I segreti, in cucina, devono essere ricondotti a regole generali, alle quali chiunque, se possiede i modelli culturali di riferimento, può accostarsi e farle diventare le proprie regole. Al centro, comunque, di un sapere nel quale convergono più discipline, l’unico protagonista è l’autore che non deve avere mai libertà assoluta, perché nelle arti come nella cucina la “creazione” è “costruzione”, e per costruire è necessario prima conoscere le regole, poi inventarne altre. L’epistemologia, nell’ambito del sapere culinario, è di carattere “continuista”, per cui le “rivoluzioni” sono il risultato di una consapevolezza conoscitiva.